Ecco alcune composizioni di Mario che dedideriamo condividere con voi, ma non solo, vogliamo condidividere anche alcune composizioni di chi, ispirandosi alla poetica di Mario, ha voluto raccontare il creato in versi:

Buona Pasqua

C’ERA UNA VOLTA

Ed il tempo è trascorso…..

Ma della vita

solo il sogno è rimasto,

il pensiero sfumato

d’un ragazzo.

Non più canti spensierati

d’uccelli,

non più alberi frondosi

o primavere da godere,

ma un mondo

in rovina.

E dall’albero

la foglia ingiallita

non cade più :

è morta anzitempo.

C’era una volta la vita,

oggi non c’è

che un sogno distrutto.

Fantasie della sera

Stanca la sera

l’animo mio colpisce

e crea quel sogno

che nel mondo cerco invano.

Un prato verde,

tanti freschi fiori,

querce secolari,

alcuni uccelli….

Piccolo mio mondo

fatto di cose semplici

ma care assai,

dove

queste mie parole

non si sperdono al vento

ma si fanno

dolci e sagge.

E ancora mi rifugio

in questa fantasia,

piacevole illusione,

e continuo la mia vita.

Oh sera,

quanto ti ringrazio !

Mario Giuseppe Restivo
da “In Cammino”

Confronto

Sera.
Fra l’alito fine del vento
echeggian per la via dei passi,
agili passi di un uomo.
Già corre il suo cuore,
felice,
soddisfatto,
verso casa.
Uniformi
lenti
pesanti
in un sol suono,
altri passi.
Nelle tenebre….
Un uomo privo di mèta.
Segue il destino.
Solo una luce
tenue
di speranza,
rischiara il cammino.
Nel silenzio
si ricorda la vita,
la giovinezza:
tutti uguali allora.
Seguon così
il destino,
lenti e svelti passi.
Così è stato
ma tutto è distrutto dal tempo:
desiderio d’essere ancora giovani.
Ora il silenzio
anima la fantasia
e nella piccola luce
due sguardi s’incrociano:
un’intesa fra uomini.
Rinasce l’amore.
“Vieni con me tu
che erri;
viva ancora il tuo cuore”.
In alto,
nel cielo perlato,
due stelle…..
un’unica cosa.
Come due uomini
sono un’unica vita.

Mario Giuseppe Restivo

LA VITA DI UNA ROSA

da “La mia aurora”

Un bel mattino, risvegliandosi una rosa
ringrazia il sole, ma di cosa?
“Ti ringrazio, oh sole, per avermi risvegliata
e pei bei coloro che m’hai donato”.
Or la rosa è felice
e Iddio che l’ha creata
la benedice.
Corron i bimbi e guardan la rosa:
Oh com’è bella ed odorosa…!
Così ammirando la sua beltà,
la strappan via con gran felicità.
Quasi morta ormai è la sua vita:
la vediamo infatti sola ed appassita.
Questo purtroppo il suo destino
che a quello dell’uomo sta vicino.

Mario Giuseppe Restivo

Preghiera

Signore, dammi sempre un inizio,
dammi soprattutto la morte che lo precede,
aiutami a educare all’amore
le persone che m i stanno attorno.
Dio, guidami sulla strada del ritorno,
affinché la mia casa divenga la tua casa,
la mia vita diventi la tua vita.
E, quando sono solo, Signore,
quando a sera busso alla porta di qualcuno
e nessuno mi dà risposta,
ricordati di me e rendimi capace di sorridere.
Nel mio cuore, Signore,
troverò il posto perle mille vite dell’universo.
Fa ’ che il tuo servo abbia il coraggio di uccidere
le sue maschere. Amen.

Mario Giuseppe Restivo

RINASCO NEL SOLE

da “La stagione dell’incontro”

Dalla tristezza dell’inverno
è nato il sole
ad aprire nuovi orizzonti
sulla mia vita.
Perderò il mio sguardo
lontano dalla luce,
per trovare la forza di vivere,
la forza di amare.
Immergerò il mio corpo
nel caldo abbraccio dei raggi,
per scioglierlo in mille folgori.
Vivrò l’intensità del tramonto
e sarà per me
una nuova alba.

Mario Giuseppe Restivo

VERDE NATURA

da “La Mia Aurora”

Il sole all’orizzonte era già spuntato
e il mio corpo, inerte, n’è rimasto abbagliato.
Tutto questo per poco e poi s’è riaddormentato.
Negli occhi, però, è rimasta tenue la luce
che alla natura a pensare m’induce.
Si, tutto verde intorno
un verde col quale in me ritorno.
E mi ritrovo cullato dalla brezza
che una foresta avvolge con dolcezza.
Intorno, oh qual meraviglia !
Un luccichio come perla di conchiglia
che, sotto il nome di rugiada, tutto invade.
Più in là, vicino ad un ruscello,
cresce rigoglioso un alberello
che, con la sua fronda, offre alloggio ad un uccello:
ritratto di bontà
che esempio all’uomo dà.

Giù, per la collina, fan bella mostra i fiori
che forman tappeti multicolori.
Accanto ad essi sta l’odoroso timo
che invita una pecora col suo agnellino:
ritratto d’amore
che scuote ogni cuore.
Più giù ancora c’è un fusto, al vento abbandonato;
finalmente anche questo ha germogliato.
Ha germogliato il ramo della vita
che gli altri semi a crescer invita.

Gli occhi miei scorgon anche una cascata,
quella sì d’acqua pura e non intossicata.
Ancor qualcosa offre questo bel sogno:
tra l’erba, infatti, insetti a non finire
che mi rapiscono fin all’imbrunire.
E’ un imbrunire un po’ particolare
col quale, tutto scompare.
E’ la disfatta della natura
ormai rarefatta.

Mario Giuseppe Restivo

Oh Stella!

Mille le luci
nel buio dell’infinito….
Ma io ti riconosco
oh stella
perché nelle notti senza luna
tu brilli per me.
E quando ti guardo,
solo nel paesaggio notturno,
il tuo splendore
s’impadronisce di me
a cancellare le mie incertezze.
Allora
nella notte
tu sei tutto per me.
Oh Stella,
come vorrei brillare con te
lassù, sospeso nel mondo….

Mario Giuseppe Restivo

Non avete saputo vegliare con Me neppure un’ora

“E’ pensando a queste parole che mi sono alzato prima del solito stamattina per venire qua davanti a Te, Signore. Sai, non ero abituato a sentirTi una presenza, ma ora, in quest’alba di uno splendido mattino che ancora una volta ci dai, Tu ci sei: sento il tuo battito in me, ma anche fuori di me. In me, poiché la mia disponibilità dell’essere qui stamattina, come dell’aver partecipato a questo campo, vive del tuo amore verso di me; fuori di me perché tutto qui attorno è buono, poiché proviene dalla Tua onnipotenza: il cielo, il bosco, gli uccellini, l’erbetta, le foglie secche, reliquia di un autunno ormai lontano, il freddo, il silenzio, l’orizzonte. Signore, dammi sempre un inizio, dammi soprattutto la morte che lo precede, aiutami ad educare all’amore le persone che mi stanno attorno.

Dio, guidami sulla strada del ritorno, affinché la mia casa divenga la Tua casa, la mia vita diventi la Tua vita. Signore, dammi la comprensione e l’umiltà di un capo alla maniera del tuo figlio.

Ti prego per le persone smarrite, per chi non sa ancora da che parte andare, eppure ci va. Dammi la spontaneità e la fantasia perché sia un ragazzo tra i ragazzi.

Ti prego perché non muoia in me la speranza.E, quando sono solo, Signore, quando a sera busso alla porta di qualcuno e nessuno mi dà risposta, ricordaTi di me e rendimi capace di sorridere.

Fa’ che possa sempre darmi agli altri in umiltà e completa condivisione.Nel mio cuore, Signore, troverò il posto per le mille vite dell’universo. E, ora, Signore, lascia che il Tuo servo vada in pace secondo la tua parola, fa’ che il tuo servo abbia il coraggio di uccidere le sue maschere. Amen”.

Dal Quaderno di caccia di Mario (campo di Pasqua 1982) – Base scout Massariotta-Marineo: “Non avete saputo vegliare con Me neppure un’ora”

La guerra

Scoppia già la guerra
che l’amore distrugge e cancella
e nasce odio e rancore
anche se Dio non vuole.
Molti allora parton per la guerra
ed ancora in molti si ritrovan sulla rozza terra;
dal cielo cadon giù le bombe
che scavan oscure tombe.
Anche la miseria bussa alle porte
e la vita dei bambini è preda della morte.
Infine, dopo scontri e morti spaventosi,
soltanto alcuni uomini avanzan vittoriosi !
Gli altri son morti, ma non dimenticati
a loro andranno monumenti, da ghirlande ornati.

Mario Giuseppe Restivo
da “La mia aurora”

Devo andare

“Ho sempre sognato
lunghe passeggiate
in riva al mare,
la sera
e cieli più sereni.
Ma la gioia
non si concede
al primo venuto,
la gioia
porta con sé
il silenzio
e già il pensiero
incombe sulla mia voglia
di non pensare a dopo.
E’ gia tardi,
devo andare.”

Mario Giuseppe Restivo

E’ Sera

Come sempre ho camminato
passo a passo col sole
e sono arrivato esausto
tra i sassi
dell’orizzonte quotidiano.
Mi ha raccolto la terra
nel suo abbraccio di madre
e mi ha visto
come povera cosa:
mi sono sentito umiliato
di fronte alla terra.
Altre volte mi è bastato
un sorso d’acqua
per dimenticare
la mia disperazione
ma oggi
non sono riscito a costruire
la mia tenda di silenzio
dove ho ritrovato me stesso
ogni notte
(L’acqua è scivolata via
su un’arida roccia).
Sono rimasto col mio dolore,
col frastuono
dei giorni trascorsi,
con le mie lacrime amare.
E un abisso ha inghiottito
il mio cuore,
un abisso di pietà
per me, povero essere
dimenticato da tutti
sulla drammatica scena
dell’esistenza umana.
Dov’è la gente
che avrei dovuto incontrare
sulla mia strada?
Soni rimasto io solo
accanto a questo sole
che scotta,
io con la mia anima,
a pezzi
accasciato su un fazzoletto di terra
sporco di sudore.
(Spero che non sia
una scena inutile
sprecata in un teatro
da quattro soldi).
Comunque so che domani
riprenderò la mia strada.

SERVO di DIO Mario Giuseppe Restivo
24/1/1963 – 19/8/1982

Ricordati

Era già l’alba, rosea, colorata,
quando in una casa tu,o bambina, sei nata.
Nuovo ritratto d’intima beltà.
accolto a schiera con gran felicità.
Così alla tua vita è accorso un destino
che spero sia felice e non meschino.
Si, felice! ma il dolor deve pur abbracciare
perché agli anni tuoi un valor devi pur dare.
Ricorda ancora…che così sarai felice
Insieme al buon Dio, che dall’alto ti benedice.

Mario Giuseppe Restivo

SA DI SILENZIO

da “La stagione dell’incontro”

Sa di silenzio
quest’acqua pallida
d’immota luna
come immoto è l’uomo
nella sua mestizia
e spera e crede.
Non piango
il mio destino
ho imparato
su una spiaggia
ad accettare il mio dolore
consumato tra i sassi
al tempo delle onde.
Per ciò mi son concessi
attimi e ricordi
e aspetto che si dissolvano
tristi memorie urbane:
assaporo l’odore
acre e primitivo
del sale.
Ricordo il dolce mormorio
d’un canto greco
i momenti in cui
sono stato
come oggi sono
qui seduto
a pensare:
l’ombre di me
m’assale.
Ho per cuore
un oceano
sereno e sconfinato
e ho lasciato di nascosto
ad un angolo di strada
la mia maschera consunta.
Annego in questo
mare.

Mario Giuseppe Restivo

NOTTE DI LUNA

da “In cammino”

S’apre nel cielo
incerto
un pallido chiarore;
nasce nell’aria,
imbevuta ancora d’azzurro
una forma:
la luna.
Un astro,
un satellite,
ma per me vive.
Racchiude ancora
lieve
il sussurro dell’onda
che cullò i suoi raggi;
il grido di speranza
degli uomini
nella notte ….
Lo spontaneo canto
dell’usignolo;
le argentine note
di un ruscello.
La giallognola luce,
quasi smorzata,
ricorda ancora
rami di salici
dolcemente accarezzati
dalla luna ….
Ancora un nuovo volto
di madre natura
basta poi una nuvola,
una nera nuvola,
a cancellare
miseramente
il pio chiarore:
come un bel sogno
che presto svanisce.

Mario Giuseppe Restivo

Partenze

“Vivo giorni
di sofferte partenze
e mi son detto addio
ad ogni angolo
di strada.
Oggi il silenzio incombe
su chi s’illude gioia
e ruba ad ognuno
le sue ultime parole.
Ad ogni nuovo sole
attendo il mio ritorno
afflitto dai ricordi
delle mie stagioni.”

Mario Giuseppe Restivo

DAVANTI AD UN PEZZO DI PANE E AD UN CALICE DI VINO

Che ce ne facciamo di questo pane
se prima
non trasformiamo noi stessi,
non moriamo d’una piccola morte,
non cambiamo un po’ il mondo?
Che ce ne facciamo di questo vino
se prima
non asciughiamo il sangue
che cola dalle ferite dell’uomo di oggi?
Che ce ne facciamo, Signore,
di questo pane e di questo vino
se prima
non apriamo gli occhi
al dolore del mondo
se prima non ci riconciliamo
con te e con il fratello
se non accettiamo con entusiasmo
la grande avventura della vita?
Cristo,
troppe volte abbiamo mangiato questo pane
e bevuto questo vino
per abitudine
o per metterci in mostra.
Abbiamo rifiutato di trasformarci
e malvagio è rimasto il nostro cuore.

Mario Giuseppe Restivo

Guerra

NORD contro SUD
SUD contro NORD.
Lotta ad oltranza
che stanca
i Padri.
Si rivoltano
nelle loro tombe
dissacrate.
Altri cadaveri
sui loro
ed altre bombe
per l’ultimo
scontro armato
annunziato
dai microfoni
della Radio Nazionale,
delizia
delle superpotenze,
diplomaticamente valutato.
A migliaia
raggiungono
la prima linea
e ognuno va sicuro
scaltro e forte
col suo mitra.
La foto di famiglia,
pochi panni
e un tozzo di pane
nello zaino,
dono
del Quartier Generale.

Ma sarà il destino
a dire
chi vivrà
e chi morirà.
Una raffica di mitra
sparata dalla mano
insicura e rabbiosa
del nemico
e incredibilmente
le pallottole calibro 15
colpiscono. Uno in meno
sempre meglio
che niente – ,
diranno al comando.

Mario Giuseppe Restivo
da “La stagione dell’incontro”

RIPOSATE LA VOSTRA ANIMA STANCA

Ma fermatevi!
Una mattina
fermatevi
a guardare
questo sole
che esplode nel cielo
e lo sentirete caldo,
per la prima volta
caldo.
Godete
di questo poco cielo
che rimane
sulle nostre metropoli,
spazio,
all’infinito,
spazio.
Che vi resta
da vivere?
Siete condannati
a morire
poveri esseri
dal triste destino
L’autodistruzione
è in atto.
Pochi giorni ancora.
Pochi giorni
e poi….
Ma voi
gustate questi attimi
e non pensate,
non pensate al domani.
Poveri esseri
dal triste destino…!

Mario Giuseppe Restivo
da “La stagione dell’incontro”

Non solo Mario….

Ecco alcune composizioni proposte dai nostri soci, volontari, simpatizzanti…

LA PAZIENZA

Signore, è la pazienza forse
il dono che più ci manca:
pazienza davanti ai tuoi silenzi,
pazienza per le tue assenze
e i tuoi ritardi,
pazienza per le moltissime cose
che non capiamo.
Signore, fà che non perdiamo
anche la poca pazienza che resiste.
Ma per quanto saremo pazienti con te
mai lo saremo quanto Tu lo sei
con noi, o Signore.
E allora torniamo come l’uomo
del campo di un tempo
che seminava e poi attendeva
il giro delle stagioni,
l’avvicendarsi delle pioggie e del sole.
Così attenderemo pure noi
i segni della tua venuta.

David Maria Turoldo

La trama dei giorni

Come in un tappeto
i mille e mille nodi
compongono le forme
dai colori accesi o più pacati,
così nella vita ogni incontro,
lasciando una traccia,
s’insinua nell’esperienza
componendo armonia o dissonanza,
tanto da cambiare il senso delle cose.
Librandomi col pensiero,
sul mio tappeto volante,
lo spazio e il tempo
sembrano dilatarsi
superando l’angustia del finito,
chiuso in sé stesso
per attingere a dimensioni
senza confini,
di beatitudine
cosmica.

Renata Mancuso 24/4/2004 – 13/1/2024

Lentezza

Guardare la lentezza
della natura fa bene
fa bene perché
ci immerge
nel ritmo, nel respiro
di una vita vera,
quella che non
perde nulla,
quella che se anche
arriva una ghiacciata
ha il coraggio di rialzarsi,
di una terra che si gira
e si trasforma.
Anche quando sembra
morta, la natura
torna “humus” terra,
concime e…riparte.

Don Luigi Verdi

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